Mi chiamo Filippo, fidanzato da anni con Marina, una cuckquean con cui posso parlare di tutto, soprattutto riguardo a fantasie erotiche su altre donne.
La nostra ultima avventura è iniziata all’Esselunga di viale Papiniano a Milano, un supermercato che negli anni si è costruito la fama di essere un posto dove i single vanno a rimorchiare.
Stavo per prendere un barattolo di pomodori da uno scaffale in basso e, mentre mi chinavo per raccoglierlo, ho notato dei piedi particolarmente curati allacciati in un paio di bellissimi sandali di cuoio.
Alzo lo sguardo e vedo che la ragazza non è attraente solo dalle caviglie in giù, ma anche il resto non è affatto male. Inoltre, i suoi capelli bruni raccolti in uno chignon, e il suo modo di fare sbarazzino, la rendono particolarmente sexy.
A occhio avrà più o meno 30 anni, ma potrebbe anche essere più giovane. In ogni caso, ho deciso: devo approcciarla.
Come ci capiamo io e Marina!
Così chiedo a Marina cosa ne pensa, anzitutto.
Abbiamo concordato che, quando una ragazza mi piace, prima di approcciarla devo chiedere a lei, navigata cuckquean, se è all’altezza.
“Tesoro, che ne pensi di quella? Hai visto che bei piedini che ha? Vorrei tanto sborrarle sui piedi!” dico a Marina.
“Parli della ragazza con lo chignon? L’ho notata anche io, ha un non so che di sexy,” mi risponde.
“Ok, allora ora vado lì e la approccio,” rispondo frettolosamente.
“Perdoni il disturbo, mi chiamo Filippo, io e la mia fidanzata ci stavamo chiedendo dove avesse acquistato questi sandali bellissimi che indossa.”
Nonostante la domanda un po’ particolare, forse un pò invadente, vedo che la ragazza gradisce e, forse pungolata nella sua vanità, mi risponde:
“Ciao! Io sono Stefania. Davvero ti piacciono i miei sandali?? Li ho fatti io, ho un laboratorio in periferia dove produco scarpe e sandali artigianali su misura. Potete venire a trovarmi quando volete! Questo è il mio biglietto da visita.”
Dentro di me ero colmo di gioia ed era stato più semplice di quanto pensassi. In ogni caso, ora avevamo il suo contatto, ma bisognava capire se fosse disponibile a fare anche altro.
I primi messaggi su Whatsapp
Tornati a casa dopo la spesa, io e Marina avevamo deciso di approcciare Stefania in modo soft, iniziando un pò da lontano, indicandole quali fossero i modelli di scarpe che apprezzavamo di più.
Dopodiché, dopo qualche convenevole, saremmo entrati nel vivo…..
Decidiamo così di inviarle una foto in cui Marina è in topless e indossa delle scarpe aperte, mentre io nello scatto vesto solo un paio di slip aderenti.
La risposta di Stefania è pressoché immediata, condita da un’emoji sorridente con un cuoricino e la frase: “Quanto siete carini.”
Bingo! A quel punto, Marina le ha inviato alcune foto ancora più osé e, per andare al sodo, avevamo confessato di volerla fare partecipare alle nostre fantasie, poiché eravamo rimasti particolarmente colpiti dal suo modo di fare, dallo chignon, ma soprattutto dai suoi piedi curatissimi.

Finalmente ci siamo...
In men che non si dica….. Avevamo già un appuntamento. Ci saremmo visti a casa nostra intorno alle 20:00; una cenetta tranquilla, qualche calice di vino strategico e un pò di musica per permettere a Stefania di ambientarsi e di sentirsi a suo agio.
Appena arrivata, al posto della solita bottiglia ci regala un paio di sandali per Marina, uguali a quelli che sfoggia lei….io inizio morbosamente a fantasticare.
Così, finita la cena, ormai alticci…inizio a prendere confidenza fisica con Stefania.
CI sediamo vicini sul divano, sempre più vicini… inizio ad accarezzarle una gamba, fingendo fosse quasi casuale…
Nel frattempo, Marina si accomoda sulla poltrona di fronte, pronta per gustarsi la scena mentre continua a sorseggiare dal suo calice, da poco riempito..
“Rilassati Stefania! Sei in buone mani, Filippo è bravissimo..”
Così, dopo averla invitata a stendere le gambe sulle mie ginocchia, inizio a sfiorarle delicatamente i piedi.
Al tatto erano come me li ero immaginati, morbidi, quasi vellutati. Porto la mia bocca vicina, li annuso con passione. Con la coda dell’occhio vedo Marina tutta presa dal ravanarsi la passera, tutta eccitata per la situazione.
Mi spingo di più fino a leccarglieli, concentrandomi particolarmente nella zona tra le dita, la parte che da sempre preferisco. Mmmmm, che bellezza, questa ragazza è davvero sexy, non vedo l’ora di procedere.
“Dai amore, falle vedere cosa sai fare!” mi dice Marina incitandomi.
Stefania, eccitata a dovere, inizia a toccarsi anche lei e. Io indugio sempre sui suoi piedi, ma riesco chiaramente a sentire l’odore della sua passera bagnata.
Non resisto più, con uno scatto repentino, mi faccio strada verso l’alto ed inizio a leccargliela con dolcezza.
In men che non si dica siamo l’uno avvinghiato stretto all’altra, ci baciamo, ci tocchiamo e dopo veramente poco lei mi implora di chiavarla, testuali parole.
Io mica mi faccio pregare…
“Ohhhhh”, prorompe Stefania appena il mio bel cazzone si fa largo nella sua figa. Non smette di lanciare occhiate curiose a Marina che nell’angolo aveva iniziato a giocare con il suo dildo preferito…“Scopami cazzo! Scopami davanti a lei, facci godere entrambe!”
E’ bellissimo sentirla mentre si lascia andare, penso solo che ora voglio fotterle la bocca..
La mia troia, Marina, appena vede l’incipit di un pompino, si alza dal suo trono, si avvicina e inizia a spingere la testa di Stefana sul mio cazzo, forte e in maniera ritmata, mentre con la mano libera continua ritmicamente a sbattersi il suo monster cock di gomma nella fica.
Quella scena mi manda in estasi, così mi stacco ed esco per sborrarle finalmente sui piedi, ciò che avevo immaginato fin dall’inizio. Quella troietta pervertita di Marina si precipita a leccare e ad ingoiare tutto quello che avevo schizzato fuori, esclamando con fierezza che era tutta roba sua.
Pensare che tutto era partito da una corsia dell’Esselunga, da un barattolo di pelati, e che ora eravamo qui tutti e tre soddisfatti e sfiniti…
Sono passate un paio di settimane, Stefania ci aveva detto che sarebbe stata via per un pò per una fiera, ma sia io che Marina non vediamo l’ora di rincontrarla…magari sempre all’Esselunga, magari sempre come se fosse una sconosciuta da approcciare.