[Racconto inviato da Stefanoexbull]
Avevo 28 anni. Erano una decina che frequentavo coppie e singole conosciute attraverso annunci, oltre a vivere avventure che mi capitavano nel mondo del ballo latinoamericano. A quei tempi ne ero appassionato.
Era però un periodo in cui mi annoiavo molto sessualmente. Conoscevo solo coppie poco interessanti o con la parte femminile forzata o quasi per nulla interessata alle situazioni che si creavano.
Per quanto riguarda gli incontri casuali nella vita comune, mi capitavano solo ragazze poco esperte e ben poco interessanti. In quel periodo della mia vita ero poco incline ad accettare compromessi in campo sessuale.
Casualmente mi recai alla facoltà di legge della mia città, Ferrara, per recuperare dei documenti che erano stati presentati a una docente dalla società per cui lavoravo. Aspettando la persona che dovevo incontrare nell’atrio della facoltà, lessi un biglietto riguardante un evento che si sarebbe svolto da lì a pochi giorni.
La serata si sarebbe tenuta a Mestre e riguardava la vita e la morte di Malcolm X, leader dei diritti degli afroamericani negli anni ’60. Sono sempre stato appassionato di storia e delle vite di personaggi come Malcolm X.
Decisi che vi avrei partecipato e segnai il contatto telefonico.
Allora non sapevo che quel biglietto avrebbe cambiato radicalmente il mio destino nei mesi successivi e che avrei presto conosciuto una donna meravigliosa con cui avrei stretto un rapporto che durò, a vario titolo, per quasi due anni.
Pochi giorni dopo, misi la freccia a destra per immettermi sulla tangenziale di Mestre. Guidavo lentamente per seguire i riferimenti che mi aveva dato telefonicamente una ragazza in relazione alla serata e al luogo in cui si sarebbe tenuta.
Arrivato sul posto, scesi dalla macchina, mi infilai la giacca ed entrai nella biblioteca dove si sarebbe svolta la serata. All’ingresso mi accolse una donna sui 35 anni, capelli a caschetto neri, fisico longilineo, gambe bellissime, vestita con un tailleur color verde oliva.
Si chiamava Annalisa.
Annalisa era una socia dello studio notarile che aveva organizzato la serata. Non trovando subito posto, stavo per cercarne uno in fondo alla sala, quando lei si girò cercandomi con lo sguardo, indicandomi un posto proprio dietro la sua fila.
La serata fu molto interessante. Ogni tanto, nei momenti di pausa, ci scambiavamo battute e pareri. Si girava inclinando la testa di lato, dandomi modo di vedere le sue splendide gambe.
Al termine della serata ci incamminammo verso la macchina, che era di fronte alla biblioteca. Attraversando la strada, la salutò da lontano un uomo sui cinquant’anni che si allontanava con altre persone.
Arrivati alla macchina, le chiesi chi fossero quelle persone. “Era Luciano, il mio compagno”, mi disse. “Esce con alcuni amici.”
Devo essere onesto, rimasi subito colpito da Annalisa: era sia bellissima che intelligente, una donna rara che solo pochi uomini possono dire di aver conquistato.
Fu proprio la conquista il pensiero che guidò la mia successiva azione: la conquista di un predatore, la conquista di una preda che voleva farsi predare.
Impulsivamente, mi avvicinai a lei e la baciai, approfittando del silenzio che si era creato nel parcheggio.
Le nostre lingue si incrociarono per la prima volta, come se si fossero sempre conosciute. “Non qui“, mi disse dopo aver risposto al bacio.
Chiuse la macchina con il telecomando e ci incamminammo verso la mia auto. La preda affascinava il predatore e lei lo controllava. Arrivati vicino a una zona alberata, mi disse di fermarmi. Ci guardammo ancora e ricominciammo a baciarci appassionatamente.
Questa volta potei far scorrere le mani sui suoi fianchi, arrivando alle gambe. Il tailleur non è propriamente un vestito adatto alle avventure in macchina, ma devo dire che meritai un 10 e lode sollevandola piano e facendo scendere la gonna lentamente. Lei, nel contempo, mi tastava i glutei.
A un certo punto, mi sfilò il membro dalle mutande e lo prese in mano, muovendosi in una leggera masturbazione. Fece un movimento come per piegarsi e poterlo vedere bene, forse si stava raccogliendo sulle dimensioni, pronta a prenderlo in bocca. Ma io glielo impedii. Almeno per la prima volta, il predatore voleva stupire la sua preda.
Lei si sdraiò sul sedile del passeggero ed io mi infilai il preservativo. Mi portai sopra di lei e i nostri occhi si incrociarono ancora. In quel momento non potevamo più tornare indietro, e lei non lo voleva affatto.
Mi avvicinai a lei e la penetrai con foga. Lei emise un gemito sentendolo dentro: il predatore aveva avuto il suo premio, ma ora la preda tornava al comando, regolando i tempi del piacere con i suoi movimenti. Mi inebriava il suo profumo e la situazione inaspettata che si era creata.
Annalisa ogni tanto guardava in basso come se avesse paura che venissi, ma io ero allenato e resistevo nonostante il suo calore. Poi smise di guardare, forse concentrandosi sul proprio piacere. Rispondeva con godimento a ogni mia spinta, fino a quando non si avvolse ai miei fianchi, raggiungendo l’orgasmo. Io, però, non ero soddisfatto e rallentai i movimenti per farle gustare il momento. I suoi occhi non erano più quelli dell’affascinante donna che avevo conosciuto; in quegli istanti era solo una ragazza che godeva.
Continuai ancora un po’, ma la posizione non mi aiutava a rilassarmi. Annalisa, al contrario, era comodissima e sembrava aver ripreso vigore, voleva godere ancora e si muoveva con fare ritmico, contenendolo dentro.
Sapeva che quello era di gran lunga il modo più rapido per venire ancora. Io ero stanco della posizione e venni nel preservativo, mentre lei trovò il modo di avere un secondo orgasmo.
In macchina ero molto stanco per la posizione che avevo dovuto tenere, mentre Annalisa, al contrario, era molto eccitata e non smise di parlare tornando alla biblioteca.
Mi chiese di me e mi disse che era moltissimo tempo che non sentiva un membro così duro e forse mai così grosso.
La preda concedeva i complimenti al predatore.
Quello fu il primo incontro con Annalisa, che portò un vento di cambiamento nella mia vita e che passò attraverso molte fasi: la gelosia di Luciano, le vacanze con lei, le giornate passate a godere a letto. Lei non poteva credere alla mia resistenza e mi prendeva in giro. Non ci facemmo mancare neppure un inseguimento sulla tangenziale di Mestre, con Luciano che ci cercava. Ma di questo parleremo nei prossimi racconti.
[Racconto inviato da Stefanoexbull]
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