La luce del caldo tramonto filtrava attraverso le finestre rotte della vecchia casa, creando giochi di ombre sulle pareti scrostate. La polvere nell’aria brillava come particelle d’oro sospese nel tempo, rendendo l’ambiente quasi onirico.
Giorgia si passò la lingua sulle labbra, guardando il marito, Andrea, seduto sulla poltrona di legno massiccio sgangherata.
Il suo sguardo era fisso su di lei, impassibile, come se volesse cogliere ogni sua esitazione.
Lei era bellissima, fasciata in quel vestito rosso traforato che le lasciava intravedere la pelle candida, morbida, vellutata.
Le sue mani delicate stringevano un’arancia che aveva preso da casa mentre raggiungevano il vecchio chalet al mare abbandonato, quasi fosse l’ultima cosa che la teneva ancora con i piedi per terra.
Il cuore le batteva forte nel petto. Sapeva cosa sarebbe successo quella sera. Lo avevano discusso, lo avevano fantasticato nei mesi precedenti. Ma tra il parlarne e il viverlo, c’era un abisso.
Di fronte a lei, Luca, il bull scelto da Andrea, le sorrideva con sicurezza.
Alto, robusto, il viso squadrato e la mascella pronunciata. Un uomo con esperienza, abituato a prendere ciò che voleva. Lui non aveva esitazioni. Sapeva che quella donna, giovane e ancora incerta, avrebbe ceduto completamente una volta iniziato il gioco.
Andrea si passò una mano sulla coscia, rilassato, ma dentro di sé la tensione cresceva.
Era un cuckold, sì, ma non un uomo sottomesso. Aveva già vissuto esperienze simili nella sua relazione precedente, sapeva quanto fosse eccitante vedere la propria donna perdersi tra le braccia di un altro uomo.
Ma questa volta era diverso. Questa volta era la sua Giorgia.
Sei pronta?
Il respiro di Giorgia si fece più pesante quando Luca si avvicinò, togliendole delicatamente l’arancia dalle mani, lasciandola cadere sul pavimento polveroso. Lui si chinò su di lei, il suo respiro caldo sulla pelle del collo.
“Sei pronta?” le sussurrò.
Lei non rispose subito. I suoi occhi si spostarono su Andrea, in cerca di una conferma, un cenno che la rassicurasse. Ma lui non disse nulla. Si limitò a guardarla con quel sorriso compiaciuto, un misto di desiderio e orgoglio.
Luca, a quel punto, prese l’iniziativa. Le dita scivolarono lungo il vestito rosso, sollevandolo con lentezza, svelando la morbidezza delle sue cosce. Giorgia rabbrividì quando sentì il tessuto scorrere sulla sua pelle, lasciandola esposta.
Era un brivido di vergogna, ma anche di eccitazione.
Luca sorrise. “Tu sei troppo bella per essere solo di un uomo…”
Andrea ridacchiò, quasi come non aspettasse altro. “Lo penso anche io. Falle vedere, convincila.”
Così fece. La prese con sicurezza e la spinse contro la parete ruvida, sollevandola leggermente. Giorgia sentì la consistenza del muro contro la schiena, il contrasto con il calore del corpo di Luca che ora la premeva contro.
Andrea si inclinò in avanti, gli occhi puntati sui piedi nudi della moglie, perfetti, immacolati.
“Voglio che tu la scopi come se la amassi…” disse con voce roca, senza staccare gli occhi dai piedi di Giorgia.
Posseduta e venerata
Giorgia era scossa da un piacere che non aveva mai provato prima. Il corpo di Luca la possedeva con forza, ogni affondo del suo cazzo era una conferma del suo dominio su di lei.
Sentiva le mani dell’uomo stringerle le natiche, le unghie scivolare sulla pelle tesa, e ogni colpo dentro di lei le faceva perdere il controllo.
“Ti piace, vero?” le sussurrò all’orecchio, mentre i loro corpi si muovevano all’unisono.
Lei annuì, mordendosi il labbro, incapace di formulare una risposta.
Andrea iniziò a toccarsi, osservando ogni istante, ogni reazione della sua bellissima moglie.
La sua attenzione tornava spesso ai piedi di Giorgia.
Scalzi, perfetti, premuti contro il pavimento ruvido. I suoi talloni si alzavano ad ogni spinta del bull, le dita si contraevano, e lui sapeva che presto, molto presto, sarebbero stati bagnati dal seme caldo dell’uomo che in quel momento la stava scopando.
“Continua, non ti fermare,” ansimò Giorgia, completamente persa nel momento al punto che le parole successive non furono colte nè da Luca, nè tantomeno da Andrea.
Luca la girò di spalle tenendola per i gomiti dietro la schiena, con la guancia sinistra poggiata contro l’intonaco, con i segni del suo rossetto rosso slabbrato che sporcavano la parete.
Lì iniziò quello che aveva tutta l’aria di essere l’ultimo giro.
Le lasciò i gomiti, passò ad afferrarle i capelli in una presa solida ma non violenta.
Ancora dei colpi di bacino ben assestati, più rapidi, e ci fu.
Si tirò fuori da lei e la fece inginocchiare davanti a sé.
Andrea, che nel frattempo si era infilato le mani dentro i pantaloni, si alzò lentamente, i suoi occhi ipnotizzati dalla scena.
“Voglio vedere la tua sborra sui suoi piedi…” disse quasi prorompendo in una richiesta urlata, che rimbombò nella stanza semivuota.
Il bull si prese il cazzo tra le mani, lo strinse, e con pochi movimenti finali schizzò tutto il suo seme caldo sui piedi di Giorgia, goccia dopo goccia.
Andrea si inginocchiò davanti a lei appena lui ebbe finito, guardandola negli occhi estasiato.
Poi abbassò lo sguardo. I piedi della sua splendida moglie erano marchiati.
Con dita tremanti, li prese tra le mani, massaggiandoli piano, facendo scivolare il liquido caldo tra le dita, adorandoli come un feticcio sacro.
“Sei perfetta“, le sussurrò, baciandole delicatamente le dita dei piedi.
E’ lei, è proprio lei
Giorgia fissò il marito, il respiro ancora spezzato, il cuore impazzito nel petto. Aveva appena vissuto qualcosa di intensamente proibito, qualcosa che non avrebbe mai immaginato di fare.
Andrea le sorrise, il suo viso raggiante di soddisfazione. “Hai visto? È stato magnifico.”
Lei deglutì, osservando i suoi piedi ancora sporchi, le gocce che colavano piano sulle dita. Le sue labbra tremarono per un istante.
“…Sì,” mormorò infine, sicura come non lo era mai stata prima.
Luca si rivestì, guardando entrambi con un sorrisetto. “Direi che vi siete divertiti, eh?”
Andrea annuì. Poi guardò sua moglie. La sua Giorgia.
“Lo rifaresti?”
Giorgia si passò la lingua sulle labbra, abbassando lo sguardo sui suoi piedi.
Li accarezzò piano con la punta del pollice, poi lo portò alla bocca, assaporando ogni traccia rimasta di quella fenomenale scopata.
Poi lo guardò negli occhi e sorrise.
“Sì. Lo rifaremo“
Andrea aveva ragione, Giorgia era quella giusta e ora lo sapeva con certezza.
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