E’ mia moglie

Ciao, devo fare una premessa. Anche se bisex (un po’ sul passivo), sono stato sposato con una donna più giovane di me di 22 anni. La chiamerò Mercedes, e per privacy continuerò a chiamarla così. Si può dire che sessualmente l’ho “creata” io, ma che per natura ne era incline. Comunque, la nostra storia ora è finita, e così mi sono spostato sui maschi ben dotati, di cui sono sempre stato attratto. Anche perché, a volte, mi piace travestirmi.
Comunque veniamo al fatto…

Una sera sono andato in un pub gay per trovare nuove amicizie, e lì ho conosciuto Pedro, un uomo sui 40 anni, bel tipo e molto simpatico, ma soprattutto con parecchie affinità di gusto: gli piacevano sia i viaggi che la musica… e il sesso. Cose che per me erano essenziali. Così, tra una parola e l’altra, l’ho invitato a venire a casa mia per la classica spaghettata notturna.
Dopo mangiato e una bella dose di grappe, visto che anche a lui piacevano i viaggi, ho messo sul televisore, in automatico, un CD-ROM di fotografie di paesaggi da me fatte, giusto per scambiarci impressioni.
Ma mentre scorrevano le foto, non so come, ne capitò una dove c’era anche mia moglie. Quando passò alla successiva, lui mi chiese di tornare indietro, e quando la rivide esclamò: “Ma è Mercedes?!”
Io feci finta di niente, e gli chiesi interessato: “La conosci?”
Lui affermò con un certo orgoglio: “Sì, e ho avuto anche se per breve tempo un’avventura molto intensa con lei…”
Io gli proposi, senza dirgli che era mia moglie, di raccontarmi la sua avventura nei minimi particolari, così si sarebbe scaldato l’ambiente… Lui rispose con orgoglio che, se mi piacevano le cose piccanti, quella sua avventura lo era stata!

Cominciò con lo spiegarmi che il suo lavoro era di istruttore di scuola guida, e che tra i suoi allievi, alcuni anni prima, vi era stata anche lei, durante l’estate. Per questa ragione l’aveva conosciuta.

Iniziò dicendo che, un giorno verso la fine della lezione, lei gli chiese:
“Come sto andando? Voglio essere sicura di prendere la patente al primo colpo, per dimostrare a mio marito che non sono la frana a guidare che lui sostiene…”
Aggiunse anche che era disposta a tutto — e sottolineò quel “tutto” — pur di ottenere la patente.
Lui, sorridendo, mi raccontò di averle risposto: “Vedremo…”

Io e Pedro al pub gay, prima che tutto accadesse

Il Racconto di Pedro

Ora vi illustro il suo racconto come lui me lo fece, e per comodità racconterò come se fossi lui.
Due giorni dopo, durante la lezione di guida, io (lui) sorridendo le chiesi: “Stavi scherzando l’altro giorno quando mi hai detto che sei disposta a tutto?”
Lei confermò la sua proposta, e aggiunse che era troppo importante per lei ottenere la patente.
Allora io risposi: “Vedremo di aiutarti… se sei così decisa!”
La feci guidare fino a portarla in una strada che sapevo non frequentata e la feci fermare.
Poi, con aria professionale, le dissi che avevo notato che aveva problemi con l’asta del cambio
Lei sembrò non capire, così le presi il polso e lo direzionai verso il cambio, e lei assecondò seguendo la mia mano.
Ma poi, dolcemente, la trascinai proprio sul rigonfiamento dei pantaloni, provocato dal mio cazzo.

Lei, dopo un attimo di smarrimento, capì la situazione e me lo tastò dicendo: “Che bel cambio hai…”
Logicamente, a me era già cresciuto solo con l’idea. Lei cominciò con le dita a palparlo con più foga, mentre io, per facilitarla, allargavo le gambe, così che potesse agguantarmi i coglioni.
Poi, guardandola in faccia, le dissi: “Perché non me lo tiri fuori?!”
Lei si voltò sorridendo verso di me, poi mi tirò giù la cerniera dei pantaloncini e, spostandomi le mutande, tirò fuori il mio cazzo duro, guardandolo con interesse e dicendo: “Che bel cambio grosso hai…”
Poi, afferratolo bene, cominciò a menarmelo lentamente, leccandosi le labbra.
Io, al settimo cielo, le presi il viso tra le mani costringendola a guardarmi, e le dissi: “Ora che me lo hai fatto diventare così duro, prendimelo in bocca tutto!”
Lei rispose: “Ci provo.”
E chinandosi in avanti cominciò a spompinarmi.
Io, logicamente, volevo vedere, così le spostai i capelli — che aveva abbastanza lunghi e che coprivano il viso — e stetti a guardare come il mio cazzo sparisse in quella bocca ingorda.
E per finire la mia libidine, mettendole la mano sulla nuca, le detti il ritmo, dicendole: “Che brava pompinara, sei stupenda!”
Lei, per farmi capire che la cosa le piaceva, lo ingoiò sempre di più, fino a che scomparve totalmente.
Feci di tutto per prolungare quella meraviglia, ma alla fine, senza dirle niente per paura che magari non volesse, le sborrai a getto mentre lo aveva tutto in gola, godendo come un pazzo e guardando lei che, senza scomporsi, ingoiò tutto fino all’ultima goccia.
Poi mi rimise il cazzo a posto nei pantaloni e, sorridendo, mi chiese: “Vado meglio col cambio?”
Ridendo, le risposi che mi sembrava migliorata tantissimo.
Poi, come buoni amici, ritornammo alla scuola guida, dandoci appuntamento per le altre lezioni.

Passarono due giorni e lei tornò.
Dopo la vera lezione di pratica di guida, la diressi di nuovo verso quella strada solitaria, e appena fermati, lei mi disse:
“Credevo di essere promossa col cambio?”
E io le risposi che volevo vedere com’era il suo motore… che mi sembrava da mettere a punto.
Così dicendo, le abbassai lo schienale e cominciai a palparle le tette, non trovando alcun ostacolo da parte sua, mentre lei, con falso pudore, diceva:
“Ma dai… e se viene qualcuno?”

Io risposi:
“Guarderà…!”

Impazientemente le avevo già aperto la camicetta e sollevato il reggiseno, lasciando in bella mostra due belle tette sode, con i capezzoli già duri, che subito succhiai mentre gliele palpavo.
Lei gustò la cosa, perché cominciò a gemere di piacere proprio nel momento in cui, con una mano, entrai tra le sue cosce, che lei prontamente allargò, permettendomi così di appoggiare la mano sulla mutandina, che trovai già bagnata.
Mentre lei gemendo si mordicchiava le labbra, io le infilai la mano dal lato della mutandina e trovai una foresta di peli, cosa che io adoro.

Così le dissi:
“Che meraviglia, hai la figa pelosa! Non come certe donne depilate come tante bambine… La vera donna è come te.”
E così dicendo, le spostai le mutandine di lato, poi le sollevai la gonna per guardare.
Quando la vidi, rimasi senza parole: aveva un triangolo di peli neri così folti da sembrare una foresta vergine.
Lei mi chiese se mi piacesse.
Io, per tutta risposta, mi tuffai col viso tra quella foresta, alla ricerca del tesoro.
E quando lo trovai, cominciai a leccare, mentre lei, senza pudore, spalancava al massimo le gambe dicendo:
“Aspetta che me la apro…”
E così dicendo, con le due mani si aprì le grandi labbra, aggiungendo:
“Ora puoi leccarmela dentro!”

Io non me lo feci ripetere, e le misi la lingua dentro come se fosse un cazzo.
Lei gemeva sempre più forte dal piacere, e quando vidi sul suo viso il piacere esplodere, le dissi di farmi vedere come si masturbava.
Lei, con aria godereccia, mostrandomi la lingua come se stesse leccando un gelato, si infilò dentro la figa prima un dito, poi due, e alla fine tre, sditalandosi con piacere.
Poi sollevò le gambe, appoggiandole al tetto della macchina, e fece con le dita un cuneo che, con forza, si infilò nella figa bagnatissima, fino a far sparire quasi tutta la mano dentro.
Con voce rotta dal godimento e una faccia da cagna in calore, mi chiese se mi piaceva guardarla.
Io, entusiasta, affermai che era stupenda.

Poi, come risvegliandosi da un sogno, mi chiese che ora fosse.
Ricomponendosi velocemente, si scusò con me dicendomi che aveva un appuntamento col marito e non voleva arrivare tardi.
Così, a malincuore — perché pensavo ci fosse un altro finale — la riaccompagnai alla scuola, dandoci un altro appuntamento.
Anche perché, tra poco, avrebbe finito le lezioni e, detto onestamente, avrebbe preso senza difficoltà la patente.

La settimana dopo venne alla lezione dicendomi che avrebbe avuto più tempo perché il marito era fuori.
Notai anche che aveva indossato un vestitino estivo a fiori, molto grazioso e comodo, perché era abbottonato sul davanti.

Così partimmo per la solita lezione, solo che questa volta non vi fu: la feci dirigere verso una collina che conoscevo da tempo, molto frequentata la notte perché aveva in cima un bosco di pini con una radura al centro, ottima per stare tranquilli.
Comunque, sapevo che lo era anche di giorno, specie nei giorni lavorativi.
Seguendo le mie istruzioni, lei guidò fino al posto e, quando fummo al centro della radura, la feci fermare.
Lei, con finta ingenuità, mi chiese:
“Perché mi hai portata in questo posto?”
Io, scendendo dalla macchina, mi diressi verso la sua portiera, l’aprii e la feci scendere, facendole notare quanto fosse bella la natura attorno a noi: il cielo azzurro sulle nostre teste e quella barriera di alberi che ci isolava dal mondo.

Poi, per rispondere alla sua domanda, dissi:
Perché ti voglio vedere nuda.”

E guardandola in viso, mi avvicinai a lei e cominciai, dal basso, a slacciarle i bottoni.
Lei, sorridendo, faceva finta di non volerlo, dicendo:
“E se venisse qualche altro maschio?”
“Magari ti ecciterebbe…” aggiunsi.
E visto che lei non sembrava affatto disturbata dalla cosa, continuai:
“Sono certo che ti piacerebbe se spuntassero tra gli alberi altri bei maschioni, nudi ed eccitati dalla tua presenza…”
Lei gemette.
Quando arrivai a slacciare l’ultimo bottone, quello sul seno, lei si scostò da me e si mise in posa a gambe aperte, come Marilyn Monroe in quel film dove, sul tombino, al passaggio della metropolitana col vento, le si alzava la gonna.
Invece, lei gridando “GUARDA!”, spalancò le braccia lasciando che il vestito si aprisse, e fu una visione stupenda: era completamente nuda.
Malgrado non fosse tanto alta, aveva un corpo stupendo: due belle tette grosse e sode, almeno una quarta, che non avevo valorizzato nella posizione distesa del sedile, ma che ora risultavano prorompenti su quei fianchi stretti.
E poi, logicamente, stagliava su quel corpo così chiaro il contrasto del suo bosco nero.

A quella visione esclamai:
“Che figona sei!”
Lei, sorridendo maliziosa, abbassò le braccia facendo cadere il vestito sul prato.
Poi si voltò e si chinò, tenendo sempre le gambe aperte, come per raccoglierlo, mostrandomi così il suo bel culo, che fino a quel momento non avevo avuto il piacere di vedere così…
Era una visione stupenda: sia il buco del culo che la sua figa, che intravedevo tra i peli.
Mentre ero piacevolmente impietrito da quella visione, sentii la sua voce dirmi, mentre stava volutamente ancora piegata:
“Anche io vorrei vederti nudo!”
Io, in un secondo, levai la maglietta e mi calai i bermuda assieme alle mutande, rimanendo lì col cazzo dritto come un’asta da bandiera.
Lei si alzò e si voltò, e vedendomi così disponibile disse:
Che bel cazzone che hai… Mi piacciono così grossi e duri.”
Poi, avvicinandosi, lo impugnò come se fosse una mazza e cominciò a menarlo, muovendo il braccio e non solo la mano.
Nel frattempo, la sua figa si appoggiò al mio fianco, dandomi la possibilità di scendere con la mano e sditalarla.
Ci masturbammo reciprocamente per alcuni minuti.
Poi, vista la nostra eccitazione, le dissi di andare sul cofano della macchina.
Cosa che fece con molta sensualità, sdraiandosi per poi sollevare e spalancare le gambe.
Aprendosi con le sue mani la figa, disse:
“Dai, finisci quello che hai cominciato… leccamela tutta.”
Mentre mi abbassavo per soddisfarla, gliela guardai: così rosa e aperta, contrastava col nero dei suoi peli.
E mentre mi apprestavo a leccargliela, dissi:
“Che bel figone grande che hai… chissà quanti bei cazzoni hai preso?”
Lei, spingendomi la testa contro, rispose:
“Anche più di uno assieme… ti disturba?”
Poi, mettendosi sui gomiti, mi guardò con aria da troia, facendo apprezzamenti sulla mia lingua e palpandosi le tette.
Mi ordinò di menarmelo mentre la leccavo, perché le piaceva guardarmi.
Vedevo che stava eccitandosi di brutto, e quando mi ordinò di smettere di leccarla, dicendo che era pronta per prenderlo, non mi meravigliai.

Da sola si mise la mia cappella davanti alla figa e, mettendo le sue gambe sulle mie spalle, mi disse:
“Come lo hai duro e grosso… ficcamelo dentro tutto, senza dolcezza… che mi piace porco!”

Io aggiunsi:
“Sì, maiala, te lo faccio arrivare in pancia.”
E in un colpo solo glielo ficcai dentro quasi tutto.
Lei tirò un urlo di piacere che si sarà sentito anche da distante…
Poi cominciò, con voce rotta dal piacere, a ripetere:
“Sì così… dai spingi… e non fermarti!”
Io, da parte mia, cominciai a fare la danza del ventre, roteando il bacino così che lei lo sentisse muovere dentro di sé.
Lei, affannata, mi disse guardandomi in viso:
“Come me lo sento girare dentro bene, il tuo cazzone…”

La cosa eccitò ancora di più me — anche se non ne avevo bisogno — e così mi unii alle sue litanie, dicendole:
“Sì, prendilo tutto, maiala… che ti sfondo… e non solo la figa, vedrai…”

Lei capì le mie intenzioni, ma mi chiese di sborrarle dentro prima, che era troppo bello così!
Io aumentai il ritmo, dandole colpi sempre più vigorosi, tanto che le tette le salivano fino quasi al viso.
Poi, con un sospiro che sembrava un urlo, le esplosi dentro con una gran sborrata.
Lei, con la sborra che le scendeva per le cosce, scivolò giù dal cofano, si mise a gattoni sull’erba davanti al cofano della macchina e mi disse:
“Dai, fallo un’altra volta… Vieni qua, che te lo faccio tirare di nuovo!”

Io le andai davanti alla bocca, e lei, senza nemmeno toccarlo, se lo prese in bocca.
Era semi-molle, ma succhiandomelo come poche volte mi avevano fatto, me lo fece diventare di marmo in breve tempo.

Poi mi chiese di andare dietro di lei.
Io, come ipnotizzato, le sputai sul buco del culo, poi, piegandomi come per cavalcarla, prima le infilai dentro un dito per vedere se era pronta…
E lo era.

Poi, afferrandola per i fianchi, cominciai a incularla, incurante delle sue suppliche “negative”, che in verità dicevano “dai, continua…”.
Anzi, più lei mi diceva che era troppo grosso per lei, più io spingevo.
Infatti, dopo il primo momento, ora gemeva di piacere, mentre con la mano tastava il mio cazzo mentre le entrava.

Io, preso da quella cavalcata, mi impossessai delle sue tette che ballavano per via dei colpi, e gliele strapazzai, mentre le dicevo:
“Che bel buco di culo ti è venuto… è così grande che mi entra con facilità!”

Lei, a sua volta, dava colpi indietro col culo, perché le entrasse tutto.
La cosa durò almeno quindici minuti.
Poi, capendo che stavo per venire, mi disse:
“Levati… voglio che mi sborrì in bocca.”

Così, appena lo tirai fuori, lei si voltò verso il mio cazzo e, prendendolo in mano, continuò a menarmelo, spalancando la bocca e aspettando che sborrassi.
Cosa che feci in meno di un minuto, e che mi eccitò da matti, vedendo come la mia sborra schizzasse direttamente in gola a lei.

E quella non fu che la prima…

Il Video, la Prova

Poi, come svegliandosi dal suo racconto, rivolgendosi a me — che lo stavo ascoltando eccitato — chiese:
“La conosci anche tu, Mercedes?”
Io, un po’ imbarazzato, dissi quasi sottovoce:
È mia moglie…

Lui rimase di stucco, ma aggiunsi subito che la cosa non mi aveva dato fastidio… anzi.
Lui, guardandomi imbarazzato, aggiunse:
“Dai, non scherzare…”
Io affermai che era vero, ma lui rispose che non ci credeva, che era solo uno scherzo.
Allora gli dissi di aspettare un secondo, che glielo avrei dimostrato.

“E come?” ribatté lui.

Allora andai alla libreria e presi una videocassetta che avevamo girato io e Mercedes nell’intimità.
La misi nel videoregistratore e, alla prima inquadratura — dove si vedeva lei in viso — bloccai tutto, chiedendogli:
“Ora sei sicuro?”

Io e Pedro al casa mia, mentre guardiamo il video di mia moglie porca

Lui, riconoscendola ma sempre più imbarazzato, disse:
“Scusami, non volevo…”

“Anzi!” risposi io, “Mi hai eccitato.”

E lui incalzò:
“Come posso farmi perdonare?”
Io raccolsi l’invito e risposi:
“Mostrandoti nudo… come hai fatto con mia moglie.”
Lui, facendo finta di cedere, aggiunse:
“Ma allora anche tu… voglio che stai come tua moglie: nudo.”
Io, che aspettavo solo questo, non mi feci pregare.
Mi denudai in un secondo, piegandomi con una scusa, proprio come aveva fatto Mercedes.
Mentre aspettavo che anche lui si spogliasse, mi guardò e mi disse:
“Hai un bel culo…”
“Grazie,” gli risposi.
Proprio in quel momento, anche lui fu nudo, e vidi il suo cazzo, che — come aveva descritto mia moglie — era veramente grosso e bello.
Sorridendomi, disse:
“Non avrei mai immaginato una situazione così eccitante: moglie e marito a mia disposizione…”
Poi aggiunse:
“Ti dispiacerebbe continuare a mostrare il video? Mi piacerebbe scopare con te con te guardando anche quella porca di tua moglie…”
“Io?” risposi, “Volentieri! Anzi, lo trovo eccitante.”
Così schiacciai il play, e il video ripartì mostrando Mercedes che era in procinto di levarsi le mutandine, mentre io, come un provetto cameraman, la riprendevo in primo piano, mostrando che dai lati le uscivano ciuffi di peli.
Pedro, rivolto a me, disse:
“Che figa che ha tua moglie… così non l’avevo vista, infatti mi eccita!”
Poi, mostrandomi il cazzo, aggiunse:
“Ti sembra?”
Io afferrai la situazione e risposi:
“Ti piacerebbe vedere il filmato… facendo sesso con me?”
“No, anzi!” rispose lui.
E così dicendo si sedette sul divano, a gambe aperte e col cazzo dritto.
Poi, da macho, mi disse:
Dai, fai il bravo marito… prendimelo in bocca.”
Io, ubbidiente, mi inginocchiai tra le sue gambe e, afferratogli il cazzo, cominciai a succhiarlo.
Lui faceva apprezzamenti su come lo succhiavo io e su come lo faceva mia moglie.
Poi, eccitato, mi disse:
“Sei anche meglio di tua moglie… e questo è un bel complimento nei tuoi confronti.
Peccato che non hai le tette,” aggiunse, “perché Mercedes se lo è messo anche tra quelle… come tu saprai bene.”
A me eccitava che mi raccontasse quello che aveva fatto con lei, specialmente ora che la vedeva succhiarmi il cazzo anche nel filmato.
Infatti disse:
“Però anche tu hai un bel cazzo… perché non mi spompini stando seduto affianco a me?”

Così mi alzai, mi sedetti sul divano accanto a lui e ripresi a succhiarglielo, mentre lui, guardando Mercedes che nel video si sditalinava, allungò la mano verso di me e cominciò a menarmelo con foga.
Così mi diventò duro subito.

Poi mi chiese di sdraiarmi per fare un 69 mentre guardava la figa di mia moglie.
Così mi sdraiai in modo che, succhiandomelo, potesse anche continuare a guardarla.
Appena cominciò a spompinarmi, gli chiesi:
“Ti sarebbe piaciuto farle vedere che me lo succhiavi?”

Lui, smettendo un secondo, rispose:
“Se vi avessi conosciuto allora, vi avrei scopato tutti e due.
Poi avrei chiesto a tua moglie di masturbarsi davanti a noi… mentre te lo succhiavo.”

Io invece risposi:
“Avrei voluto essere nascosto in quel boschetto, dove ti chiavavi mia moglie, per vedere come la inculavi bene… Se fossi stato lì presente, te lo avrei leccato mentre te la facevi.
Comunque, vorrei che anche a me facessi provare questo bel cazzone che hai…”

Lui smise di succhiarmelo e disse:
“Lo faccio con piacere… perché hai un bel culo.”
Io allora mi alzai dal divano e mi andai a posizionare al lato del televisore, appoggiato al muro, e gli dissi:
“Dai, fallo… guardando mia moglie. Inculami… come hai fatto a lei.”
Lui si alzò, col cazzo dritto come aveva fatto con lei, mi si mise dietro, mi aprì le chiappe, giocò col mio buco infilandoci le dita, poi disse che non era quella la posizione.
Così mi fece mettere a gattoni.
Poi, guardando il video — dove Mercedes, in quel momento, si faceva sborrare sulla figa e sul viso dal mio cazzo — aggiunse:
“Anch’io l’ho fatto… a lei piace, mi sembra…”
Poi, tornando a noi, mi posizionò la cappella sul buco e, con un colpo di reni, mi penetrò.
Io, gemendo dal dolore, senza fiato dissi:
“Mamma mia… com’è grosso!”
E lui aggiunse:
“Anche tua moglie lo ha detto, ma lo ha voluto tutto, fino alle palle… che lei mi accarezzava mentre la inculavo.
Anzi, l’ho fatta anche masturbare mentre lo facevo.
E ora voglio che tu ti seghi… mentre ti sbatto.”
Io, ubbidiente, mentre sentivo lui quasi in pancia, cominciai a menarmelo.
La cosa lo eccitava, perché poteva vedermi riflesso in uno specchio che, involontariamente, rifletteva la mia immagine.
Così lui, eccitato, mi sbatteva sempre più a fondo.
Poi, improvvisamente, mentre lo aveva dentro tutto, mi sollevò il viso e mi mise la lingua in bocca.
Allungò la mano fino ad arrivare al mio cazzo, che io subito lasciai per farglielo menare.
E mentre lui mi segava e mi baciava, io da parte mia davo colpi indietro per farmi entrare tutto quel meraviglioso cazzone.

Poi, come mia moglie, volli per finire che mi sborrasse in bocca.
Ci siamo rivisti altre volte…
E, logicamente, erano sempre presenti i video di mia moglie… tra di noi.

scritto da

La Community di SMM
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